Erminia Ruggeri racconta…

La nascita della Banca del Tempo a Nichelino vissuta da me!

La prima volta che sentii parlare delle Banche del Tempo fu verso la metà degli Anni Novanta, se non ricordo male, alla televisione, ascoltando un servizio di attualità che ne enunciava le linee e i principi. Mi capitò di leggere anche qualcosa su una rivista, un articolo che parlava di quest’idea bizzarra del “baratto” fondato sul tempo, che allora costituiva ancora una “novità”.

Dapprima non capii a fondo questo meccanismo, per me “banca” significava fondamentalmente deposito e basta.

Poi compresi che era una banca diversa, più aperta e più libera, più disponibile e soprattutto fruibile e accessibile a tutti. Ma, ancora più incredibile e affascinante, una banca dove non si parlava di denaro.

Di lì a poco, su un giornale locale, lessi che c’era l’intenzione di far nascere una BdT anche a Nichelino. In quel periodo attraversavo una fase di scoramento e di sfiducia, una di quelle tappe della vita in cui ti senti svuotato e avvilito: troppo odio, troppo individualismo, troppa avidità. Tutto ciò che apprendevo dalle pagine dei giornali, negli episodi di cronaca, mi avevano dipinto di grigio l’esistenza e il suo futuro.

Così rimasi incantata dai valori che la BdT portava con sé: solidarietà, scambio, aiuto reciproco… parole che per me erano un toccasana.  Ogni persona era posta sullo stesso piano, senza distinzione di età, di ceto sociale, di professione. Lo scambio liberava da ogni differenza, uniformava il valore delle persone riconoscendo a tutti delle capacità e la loro peculiarità di saper fare qualcosa da poter offrire agli altri.

Mi entusiasmò, insomma, l’idea che potesse germogliare nella mia città una realtà così ricca di valori. Non potevo mancare quest’opportunità.

Così, animata da quel fervore, mi presentai in Sala Consiglio a Palazzo Comunale, in un giorno di novembre, dove si teneva una riunione per la stesura di una bozza di programma. Qui trovai le persone interessate al progetto, tra cui Nora Merlo, Daniela Boldrini………. alle quali mi unii.

Per fortuna venne in nostro aiuto la Presidentessa della BdT di Moncalieri, Maria Signorello che, presente alla seduta, diede utili consigli ed efficaci suggerimenti sul percorso da intraprendere.

Non vedevamo l’ora di costituire la nostra associazione e aprire una sede locale.

Alla fine del 1998, finalmente, nacque la Banca del Tempo di Nichelino, contemporaneamente al diffondersi delle prime BdT in tutta Italia.

Tutto si realizzò nell’arco di un breve periodo, molto intenso, molto frenetico a ricordarlo oggi con gli occhi di allora. Eravamo 6-7 persone, poche, ma questo non ci impedì di andare avanti o di perdere quel fervore iniziale.

Cominciammo a contattare le nostre conoscenze, amici e parenti, tutti coloro che ci capitavano a tiro e dopo qualche mese eravamo già una quindicina.

Il mio ruolo era di segretaria, benché mi sentissi inadeguata per quel compito, non avendo maturato esperienze alle spalle.

Di conseguenza, ci si affidava quasi interamente al Coordinamento Provinciale per le indicazioni che ci avrebbero portato a uno sviluppo dell’Associazione.

Entrammo fin da subito a farne parte, qui presentammo il nostro primo progetto per la creazione di uno sportello d’ascolto per le donne, premiato con ben tre milioni di lire (a volte si dice: la fortuna dei principianti!).

Ciò rappresentò un’iniezione di fiducia, ci rinvigorì ulteriormente, e con quei soldi acquistammo un computer, una stampante e potemmo far  stampare volantini pubblicitari.

Può sembrare banale, ma avere anche solo un foglietto illustrativo che spiegasse chi eravamo e cosa stavamo facendo era per noi un notevole passo avanti, un progresso per farci conoscere e renderci visibili.

Tuttavia un volantino non basta, può essere un inizio, ma non è sufficiente. Dovevamo inventarci qualcos’altro o qualcosa di più calzante all’esigenza del farci conoscere, almeno sul territorio di Nichelino.

Nel 1999 la carica di presidentessa passò a Pina Fontana, che ritenevamo la più idonea ad affrontare le problematiche che si sarebbero presentate.

Continuammo ad andare avanti, spronati da una nuova energia, quella di dimostrare che sapevamo camminare sulle nostre gambe, supportati dalla ricchezza della nostra amicizia che nel frattempo si andava sempre più consolidando.

Trovammo un sostegno e una ricca inesauribile risorsa nel Coordinamento, che da allora ci ha sempre incoraggiati e supportati. Non saprei come altro esprimerlo e quali aggettivi adottare per spiegare che noi, oggi, non saremmo qui, se non avessimo trovato quella forza che ci è stata da loro trasmessa e che è stata per noi sempre presente per affrontare ogni richiesta. Dico semplicemente: “Grazie!”.

E quando dico Coordinamento intendo tutte le BdT e chi rappresenta la Provincia, nella veste delle signore Aurora Tesio e di Barbara Bisset.

Nel 2004 la carica di presidentessa passò a me.

Trascorsi i primi anni di rodaggio, finalmente cresciuti, trovammo una maggiore consapevolezza e sicurezza e capimmo che se volevamo farci conoscere potevamo proporre delle iniziative da realizzare fra e con le persone.

Una delle nostre prime iniziative fu un laboratorio di pasta fatta a mano, non immaginando che la cosa potesse suscitare tanto interesse. Invece incuriosì il nostro modo di proporre l’attività: in un locale messo a disposizione dalla Coop chiunque poteva affacciarsi e vedere cosa stavamo facendo e, se voleva, poteva anche partecipare. E in molti da li decisero di iscriversi alla BdT.

Poi fu la volta dell’iniziativa ”Chef per un giorno”. Un’idea che riuscimmo a proporre una volta al mese stipulando un accordo con il C.I.S.A, si trattava di uno scambio, in linea con la tendenza e i principi della Banca, in base al quale noi offrivamo compagnia agli anziani, affiancando gli operatori della struttura e il C.I.S.A,.in  cambio, ci metteva a disposizione dei locali dove potevamo proporre e realizzare ogni volta un piatti, a ogni incontro, presentavamo e realizzavamo ogni volta un piatto basato su una tipica ricetta regionale. Da questa esperienza nacque il libro “L’Unità d’Italia a tavola” (2012).

Per tenere unito il gruppo dei soci, dando così un senso al ritrovarsi insieme, per confrontarci e sviluppare le nostre idee, iniziammo a realizzare dei semplici lavori di cucito. Realizzammo poi due iniziative rivolte a tutta la città.

La prima, partita nel 2005,  è il Book in Time, ovvero, i libri seminati per la città, un progetto realizzato con il contributo della Provincia e del Comune. L’iniziativa, in due parole, è basata sul fenomeno del Bookcrossing, un’invenzione di stampo americano che invita all’abbandono spontaneo di libri. Il progetto, ideato dalla Biblioteca Civica di Nichelino, ha felicemente individuato la Banca del Tempo come valido collaboratore e proficuo partner, capace di veicolare con l’iniziativa quei valori di scambio, di reciprocità e di cooperazione, insiti e radicati nei fondamenti dell’associazione. In 14 anni sono circolati  ben 14.000 libri!

Nel 2008 la Consulta delle donne ci chiese aiuto e, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, realizzammo il nostro primo progetto, il “Punto donna”, un luogo di ascolto per donne vittime di violenza o in difficoltà.

Oggi nel 2019, dopo 20 anni di attività, la nostra BdT conta 46 soci iscritti. Lungo è l’elenco degli scambi e delle iniziative intraprese.

Qual è il nostro desiderio per il futuro?

Quello di continuare a crescere e di coinvolgere le generazioni più giovani.

Da qui la nostra apertura anche alle scuole e di riflesso alle famiglie.

Con l’intento di continuare a tramandare i nostri valori che corrispondono a quelli che sono alla base di ogni comunità viva.

 

Erminia Ruggeri

 

Presidentessa BdT  Nichelino

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