Cenni Storici

Le prime notizie storiche di un certo rilievo risalgono al 1500; prima di tale data il territorio era feudo di Moncalieri, al quale era assoggettato da secoli…

Un po’ di storia…

Nel 1559, il Duca di Savoia concesse il territorio di Nichelino, in feudo, alla Famiglia degli Ussel (Occelli), erigendolo – successivamente – a Contea (1564).

Il 22 giugno 1694, Re Vittorio Amedeo II dichiarò Nicolino (Nichelino) e zone limitrofe, territorio unico e staccato da Moncalieri.

Nasceva così il “Feudo di Nichelino“, assegnato – per diecimila ducati d’argento – al Conte Niccolò Manfredi Occelli, con diritto all’uso di armi, sigilli e relativo titolo nobiliare (Conti di Nichelino).

La Regia Patente stabiliva confini (dal fiume Sangone alla strada che conduce a Vinovo e dalla medesima strada sino a Stupinigi, Candiolo e Vinovo) e territorio (le Borgate Palazzo e Nichelino, le grandi cascine S. Quirico, Buffa, Vernea, Palazzetto, Colombetto e Pallavicina).

Si concludeva, in questo modo, una guerra intestina – per il dominio sul territorio – fra la famiglia Occelli e gli Umoglio (conti della Vernea e di Pramollo).

Grazie al denaro, perciò, gli Occelli risolsero a loro favore la disputa, ottenendo il feudo, il titolo e l’esercizio di alcuni diritti fondamentali (amministrazione, giustizia, tributi, ecc…).

Nichelino contava, all’epoca, quasi 400 abitanti, legati profondamente alla religione, dediti soprattutto all’agricoltura (le acque del Sangone rendevano particolarmente fertili i terreni) e con qualche attività classica delle comunità (macellaio, oste, fabbro, ecc…).

Rilevanza aveva anche la gelsicoltura, legata alla tipica tradizione piemontese della produzione di seta.

La situazione politico-militare era piuttosto incandescente: il trattato tra Italia, Francia e Spagna non aveva affatto riportato la calma nell’area piemontese.

Nel 1706 Torino fu assediata dai francesi; Nichelino inviò perciò in aiuto ai Savoia, uomini e mezzi; il territorio fu invaso dal nemico, gli abitanti abbandonarono le case ed implorarono l’aiuto di San Matteo per respingere l’assedio (21 settembre 1706).

Placatisi i venti di guerra, gli Occelli – in cambio della fedeltà mostrata – ottennero il diritto di nominare i Sindaci.

Niccolò Manfredi Occelli morì nel 1742; suo figlio Giacomo Luigi si disinteressò del territorio nichelinese e spostò la residenza di famiglia sulla collina moncalierese.

Fu proprio nella seconda metà del ‘700, con gli “Ordinati” (le delibere di oggi), che Nichelino subì la prima vera trasformazione: furono organizzate le pattuglie di vigilanza sull’ordine pubblico (fece scalpore l’arresto del noto bandito Brando), venne edificata una nuova chiesa, fu regolata la distribuzione dell’acqua e si istituì un servizio di assistenza per i meno abbienti.

Alla fine del ‘700, fallito l’armistizio di Cherasco (1796), Nichelino – come tutto il resto del Piemonte – finì nelle mani dei francesi.

La nuova situazione determinò la costituzione della Guardia Nazionale, l’adozione del sistema metrico decimale, l’abolizione degli ordini religiosi e del calendario repubblicano.

Con il ritorno del Re (1814) e la conseguente abrogazione delle leggi francesi,

Nichelino vide – nel 1824 – l’insediamento della prima stazione dei Carabinieri (l’arma era stata istituita il 13 luglio 1814 da Re Vittorio Emanuele I).

L’ottocento fu un secolo fondamentale per la storia d’Italia ed anche Nichelino risenti profondamente nei notevoli mutamenti politici, sociali ed economici. Proprio in quegli anni vennero edificate due scuole, la nuova chiesa parrocchiale e la nuova Casa Comunale (progettata da Amedeo Peyron).

Vennero migliorate le vie di comunicazione stradale, fu costruita la stazione ferroviaria ed

il 27 luglio 1854 transitò il primo treno.

A quell’epoca si contavano quasi 1700 abitanti.

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